Non tacere,non dimenticare,non rimuovere,non negare.
Tutti i bambini e i giovani hanno nella loro vita degli eventi avversi, a volte traumi più o meno gravi conseguenti  ad esperienze che un bambino non è opportuno ne giusto che faccia
È opinione corrente che bisogna aiutare a “dimenticare”. Ma, dimenticare implicherebbe un processo di rimozione determinato dall’incapacità di sostenere psicologicamente la realtà dell’accaduto.

Cosa non fare
Dimenticare ,negare normalizzare, per evitare che si verifichino delle distorsioni dello sviluppo: se si dimentica,si tace,si nega, presto o tardi, quando ci si trova a vivere un altro momento di debolezza o di confusione, le conseguenze del trauma rispunterebbero fuori attraverso la produzione di difficoltà o sintomi, provocando nuovi ed ulteriori danni.

I traumi  rimossi o negati o normalizzati, si incistano in una parte della personalità, che può essere gravemente danneggiata ,minacciando le aree più sane  in una pericolosa ri-traumatizzazione .
Il danno non cessa così con il cessare della esperienza traumatica , ma continua ad agire nel mondo interiore sia negli eventi negativi ma anche danneggiando gli eventi positivi sperimentati in tutto il corso della vita; ogni individuo,bambino-adolescente-adulto, sarà spinto verso situazioni concrete che ne attivano e confermano il potenziale distruttivo interno come una forza che prosegue a danneggiare.

Un’altra conseguenza delle esperienze non elaborate  o mantenute segrete è lo sviluppo di una grande sfiducia verso il mondo e verso gli esseri umani: traditi dalle persone di cui ci si fida e non avendo ricevuto adeguate garanzie di protezione e di giustizia, si sviluppa verso il mondo una  sfiducia che va a coinvolgere anche quelle persone che, poi, possono essere disponibili a dare aiuto.

Per mantenere la propria solidità, bisogna evitare  di “dimenticare”, ma anche evitare  di enfatizzarne l’esperienza come fosse stato un atto eroico.

Cosa fare, allora?
Non dimenticare ma anche non tacere e condividere la propria esperienza con persone di cui ci si può fidare e che si sente che possono accogliere ed aiutare ad elaborare l’esperienza subita. Oltre ai propri genitori o quando ci si sente in difficoltà a parlarne con i propri genitori, si può pensare ad un insegnante, al proprio medico o rivolgendosi a quei professionisti  che sono esperti dei disagi e dei traumi dei bambini e dei ragazzi.

Questo processo di elaborazione ed integrazione, difficile e faticoso se compiuto da soli con le proprie risorse, potrà essere facilitato se effettuato all’interno della condivisione con persone disponibili, di cui ci si fida.

Il ricordo,  deve avere un posto circoscritto,  all’interno della memoria delle numerose esperienze negative vissute, delle piccole e grandi violenze subite nel corso della propria evoluzione.
Ricordare,condividere,elaborare e circoscrivere il ricordo delle esperienze subite  attiva la spinta vitale che ogni bambino e giovane possiede, una energia che fa   superare ogni ostacolo, permettendo di elaborare positivamente e trasformare le esperienze negative in energie positive da investire nella propria evoluzione.

In questi casi la natura e le conseguenze dei traumi superano le ferite dell’anima e un evento negativo,  può tradursi in una occasione di crescita .
Se non ci si fa ingabbiare  dalla società nel ruolo di vittima, si potrà dimostrare che nessun trauma è in assoluto una condanna ma, può addirittura essere un trampolino di lancio verso la realizzazione di sé.

Le risorse riparative vengono utilizzate non solo per difendersi, ma anche per “produrre” maggiore umanità, facendo diventare una persona ferita in persona  creativa ,più sensibile ed attenta a se stessi agli altri e ai propri figli,quando avrà una sua famiglia, e che investirà le proprie energie per aiutare il prossimo.

Nel corso della propria vita , proseguendo a vivere la propria riparazione, potrà mettere questa competenza al servizio degli altri , tramite la cura che fornisce a chi può averne bisogno.
di Francesco Montecchi-relazione presentata il  “5 maggio 2009 – in occasione della GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA PEDOFILIA organizzata dalla Fondazione “ Luca Barbareschi”.

Lo staff della “Cura del Girasole-Onlus” ha competenza per effettuare valutazioni diagnostiche e progetti terapeutici per bambini abusati e per la famiglia( vedi le attività della Onlus)

Non tacere,non dimenticare,non rimuovere,non negare.
Tutti i bambini e i giovani hanno nella loro vita degli eventi avversi, a volte traumi più o meno gravi conseguenti  ad esperienze che un bambino non è opportuno ne giusto che faccia
È opinione corrente che bisogna aiutare a “dimenticare”. Ma, dimenticare implicherebbe un processo di rimozione determinato dall’incapacità di sostenere psicologicamente la realtà dell’accaduto.