Conflittualità genitoriale e disagio dei figli – Genitori reali e immagini genitoriali interne

Fin dalla antichità l’organizzazione familiare ha permesso agli individui di avere una struttura sociale che garantisse la loro esistenza. Nonostante esistano vari modelli di famiglia, l’esperienza di avere dei genitori che provvedono allo sviluppo dei figli è un’esperienza comune alla maggior parte delle culture, un’esperienza radicata negli strati più profondi della psiche, che costituisce un modello organizzativo.

Le immagini genitoriali interne fanno parte della costruzione strutturale psichica di ogni individuo ed assumono importanti funzioni di guida nella conservazione dell’equilibrio psico-sociale. Nel corso della propria vita i bambini non hanno bisogno dei genitori solo per essere accuditi nelle loro necessità concrete, ma hanno la necessità di stabilire un solido rapporto con entrambi i genitori in grado di attivare i modelli interni del padre e della madre che, presenti come predisposizione interna, sono innescati dal rapporto reale. L’attivazione di questi modelli genitoriali interni, definiti da Jung (1935-54) “archetipi” è inoltre strettamente connessa ai modelli di maschile e femminile, plasmando il modo in cui il bambino vivrà le future relazioni affettive.

Tanto i futuri rapporti sociali, quanto la futura realizzazione del proprio ruolo di madre o di padre sono strettamente connessi al rapporto con i genitori reali e con i modelli interni che essi hanno attivato, sono,pertanto, determinanti per la costruzione del mondo interno del figlio.L’alterazione e l’interruzione di questo processo può determinare delle carenze nell’assunzione della propria funzione sociale e genitoriale.

Questi considerazioni teoriche ci aiutano a comprendere quanto sia essenziale per lo sviluppo del bambino poter mantenere il rapporto con entrambi i genitori.

La Sindrome da Alienazione Parentale (SAP) o Mobbing familiare
Consiste in manovre attuate con successo dal genitore affidatario per alienare il figlio dal genitore non residente., il bambino dopo essere stato sottoposto ad un efficace condizionamento:è “dominato dall’idea di denigrare e disapprovare uno dei  genitori in modo ingiustificato e/o esagerato” (Gardner, 1989) e ne rifiuta la frequentazione.

La SAP è una delle forme di abuso cui si sta recentemente prestando attenzione ,è una violenza psicologica a  cui sono sottoposti i figli di genitori, la cui relazione di coppia sia estremamente conflittuale, un fenomeno che coinvolge un numero molto ampio di bambini.

In queste separazioni accade frequentemente che un genitore presenti l’altro come una persona cattiva, pericolosa, equivoca, disturbata, valutazioni ostentate davanti al bambino, costringendolo a scegliere e schierarsi dalla parte di un genitore, rifiutando contemporaneamente l’altro, una scelta che porta alla perdita affettiva di genitore e che viene vissuta dal bambino come un lutto da lui stesso causato.

Costretto a fare affermazioni in cui parla in termini esclusivamente positivi di un genitore o totalmente negativi dell’altro, il bambino non attacca solo il genitore reale, ma anche la corrispondente immagine interna. Il genitore che favorisce questi atteggiamenti scissi, non si rende conto del proprio potenziale danneggiante, né comprende che quando il figlio si accorgerà di essere usato, la sua fiducia nel genitore ne sarà danneggiata e con essa anche l’immagine interna. In tal modo il vissuto di perdita e di danneggiamento, riguarderà le immagini interne di entrambi i genitori.

Quando un bambino è costretto a negare e a rinunciare a uno dei due genitori, non rinuncia solo alla persona fisicamente percepibile, ma anche all’attivazione dell’immagine interna corrispondente a quella persona. La distruzione dell’immagine di un genitore si correla poi al danneggiamento dell’immagine dell’altro genitore.

La distruzione delle immagini genitoriali determina importanti effetti negativi sulla personalità del bambino. L’esperienza clinica mostra come l’esclusione del genitore, la svalutazione del genitore allontanato, la continua messa in dubbio della fedeltà del bambino sono situazioni che, protratte nel tempo, portano allo sviluppo di numerose psicopatologie infantili. Per non essere sopraffatto dall’angoscia, il bambino utilizza spesso meccanismi difensivi di scissione e negazione, responsabili nei casi più gravi di strutturazioni psicotiche. I vissuti di perdita e lutto e le angosce abbandoniche orientano invece la personalità verso forme depressive.

Quando poi il bambino è spinto a rinunciare all’incontro con il genitore non affidatario, spesso il padre, ciò non è dovuto al timore o al rifiuto delle sue caratteristiche personali e del loro rapporto, ma alla percezione di non potersi appoggiare a lui e alla paura di perdere l’appoggio del genitore affidatario, percepito non come il migliore genitore, ma come il genitore più forte.

Il rifiuto-perdita di un genitore è percepito dal bambino come un abbandono, ai suoi occhi inoltre il genitore è colpevole di non esser sufficientemente forte da non farsi escludere. L’introiezione di un vissuto di abbandono attiva poi l’ansia e il timore di essere abbandonato anche dall’altro genitore. Si innesca in tal modo una catena che porta ad una difficoltà o incapacità a stabilire rapporti affettivamente importanti per il timore di essere sempre abbandonati.

La nostra esperienza ci porta ad affermare che, salvaguardate le esigenze di protezione del bambino, risulta meno dannoso il confronto con un genitore reale, che ne permetta di metterne a fuoco ed elaborarne gli aspetti positivi e negativi, piuttosto che l’eliminazione di una figura essenziale allo sviluppo. Di fronte a un genitore assente o poco conosciuto, il bambino invece di confrontarsi con i limiti del genitore, provando a integrarne le caratteristiche, può reagire demonizzandolo e rifiutandolo, o, al contrario, idealizzandolo. In ogni caso la sua immagine genitoriale rimarrà scissa e il bambino non potrà utilizzare il rapporto con il genitore per modificare l’attivazione unilaterale dell’aspetto positivo o negativo dell’archetipo materno o paterno.

Un ulteriore problema, che emerge nelle separazioni conflittuali, è quello degli abusi sessuali. Recentemente si sta assistendo a un incremento delle accuse di abusi sessuali compiuti dal padre o dal nuovo partner della madre, oppure all’accusa di far assistere il bambino ai rapporti sessuali tra un genitore e il suo, o i suoi partner. Queste accuse a volte hanno un fondamento di verità, a volte però sono la proiezione e l’attribuzione all’altro coniuge di proprie fantasie o paure, percepite come reali, altre volte sono invece una accusa consapevolmente espressa, anche se non vera, utilizzata per colpire, aggredire e danneggiare l’ex marito e in qualche raro caso la ex moglie. Il bambino/a, specie se di età prescolare, subisce le descrizioni del genitore accusante, vi si identifica, assumendole, come vere. In questi casi anche se non c’è stato un vero e proprio abuso sessuale, viene comunque operata una violenza psicologica.

La sofferenza o i veri e propri sintomi che il bambino manifesta quando deve separarsi da un genitore, o quando torna a casa, dopo la frequentazione dell’altro genitore, possono essere riletti in modo distorto. Ad esempio, possono essere considerati un segnale che il bambino vuole rimanere con il genitore da cui si distacca (considerazione buona), o come la chiara dimostrazione che il figlio non vuole andare dall’altro genitore (considerazione cattiva); il disagio del bambino può anche essere letto come il segno di quanto sia nociva la frequentazione dell’altro genitore. In questi casi i genitori non si rendono conto che il disagio e i sintomi del bambino esprimono i sentimenti penosi che questi sperimenta quando, trovandosi al centro del conflitto dei genitori, si sente devastato dal senso di colpa di star bene con un genitore e dal timore che questo suo affetto e attaccamento offendano l’altro genitore.

L’iter processuale collude con le tendenze della coppia a relazionarsi in termini di giusto/ingiusto, bravo/inefficiente, vittima/carnefice; che spesso inasprisce il conflitto, innescando una escalation, in cui entrambi i genitori preferiscono illudersi di fare il bene del figlio attraverso il raggiungimento della vittoria legale, piuttosto che aiutarlo in termini medici e psicologici. Un intervento terapeutico che porti a un cambiamento del figlio li costringerebbe invece a rinunciare al suo uso e al suo possesso, e li solleciterebbe a guardarsi dentro e a chiedersi cosa sottende certe ostinate iniziative fatte in nome del bene dei figli.

Va quindi incoraggiata, anche negli ambienti legali e giudiziari, una cultura che promuova l’utilizzazione della consulenza psicologica per il disagio dei figli e delle coppie in conflitto. L’obiettivo di queste consulenze è definire e valorizzare “lo spazio dei figli”, aiutando i genitori a rileggere il loro conflitto in termini di disagio psichico, disinvestendo le energie dalla battaglia legale e utilizzandole per gestire la separazione in modo da non danneggiare i figli.

* proporre un approccio teso sia alla protezione dei bambini e alla difesa delle immagini genitoriali interne e della famiglia interna, sia al recupero della genitorialità, al fine di favorire uno sviluppo psico-affettivo del bambino, per quanto possibile, sufficientemente adeguato;
* intervenire sulla famiglia reale e sulle potenzialità del nucleo familiare, qualora siano presenti nella famiglia delle risorse trasformative.

Il contributo della “Cura del Girasole- Onlus
Il Centro Clinico di Roma, via Gregorio VII può offrire consulenza clinica ai genitori e ai bambini con possibilità progetti terapeutici ai bambini e famiglie.

Accoglienza telefonica psicologica:
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A cura di
 Francesco Montecchi 
Neuropsichiatria, psicologo-analista

Tel. 0639376484
Mail: montecchif@lacuradelgirasole.it

Tratto dai libri di F. Montecchi:

1)“Dal bambino minaccioso al bambino minacciato. Gli abusi sui bambini e la violenza: prevenzione, rilevamento e trattamento ” – Franco Angeli Editore
2)“I figli nelle separazioni conflittuali e nella (cosiddetta) PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale) Massacro psicologico e possibilità di riparazione- Franco Angeli Editore