“Il cibo-mondo”?
L’alimentazione ,costituendo il primo rapporto del bambino con il mondo esterno, svolge una funzione essenziale fin dalla nascita. Non è legata soltanto al bisogno di essere nutrito, un bisogno interno necessario al mantenimento della vita, ma costituisce anche un importante veicolo di relazione, sana o patologica, con il mondo esterno. alle prime fasi di vita, quando attaccandosi al seno materno veniva in contatto con tutto ciò che era altro da sé e portare alla bocca un oggetto era il modo per conoscerlo. Il cibo diviene allora anche  l’oggetto sul quale veicolare tutte le difficoltà relazionali, trasformando la patologia delle relazioni in patologia del rapporto con il cibo. Assume, quindi, un ruolo centrale nella vita del bambino e successivamente in quella dell’individuo adulto.

Il primo incontro dei genitori con l’individualità del figlio passa attraverso l’alimentazione, che, oltre a costituire per il bambino una modalità relazionale estremamente importante, lo apre alla conoscenza del mondo. Ma l’alimento da ingerire,  rappresenta anche il mondo nella sua globalità: mangiare diviene un modo per afferrare il mondo e la zona orale non è solo fonte di piacere, ma anche di conoscenza della realtà  e veicolo di espressione del disagio.

I bambini accettano volentieri gli alimenti,anche nuovi, quando hanno il piacere della conoscenza e della scoperta del mondo  e delle relazioni nel mondo, di cui il cibo è una espressione reale e simbolica . La prima esperienza che il bambino fa del cibo sarà,poi, la base delle relazioni col mondo. Fin dalla nascita, nell’essere nutrito, dalla figura materna impara il senso del piacere : il cibo buono, oltre a soddisfare il gusto e l’appetito gli rinforza l’immagine positiva delle cure materne, da cui impara il piacere e il dispiacere  nello stare al mondo  e lo esercita alla affettività e a reggere le frustrazioni e la sofferenza , al provare affetti, emozioni,e,più tardi ,a viversi una buona affettività e sessualità.

Ma, nella patologia anoressica  e bulimica, la difficoltà con il corpo e con il cibo  è la traduzione, in un linguaggio somatico e concreto, delle difficoltà vissute con le percezioni corporee, con le emozioni e con le relazioni; la difficoltà di relazione con il mondo diventa, allora, la difficile relazione con il cibo-mondo.

Quando il “cibo  diventa un “ persecutore minaccioso”?

Se ,tuttavia , gli eventi interni o esterni, le cure che riceve non garantiscono certezza, sviluppa da ciò che è nuovo,  sentimenti di minacciosità,intrusione ,invasione della sua individualità. Tali vissuti persecutori nel rapporto con il mondo vengono fatti convergere  sul cibo,che è stato nella  vita il primitivo rapporto col mondo,divenendo persecutorio e minaccioso,e, da tutto ciò, dovrà, poi, proteggersi.

Tratto da; Montecchi F. Il cibo mondo  persecutore minaccioso-i disturbi del comportamento alimentare nell’infanzia e l’adolescenza-per comprendere,valutare,curare Franco Angeli editore Milano 2009